venerdì 18 gennaio 2013

LETTERA A MADRE ITALIA

Cara madre Italia,
perchè mi hai abbandonato? Perchè hai venduto la tua bellezza al potere? Perchè mi hai lasciato orfano?

Forse non ti ricordi di me, sono uno dei tuoi tanti figli. Sono andato via a 22 anni, ho preso un aereo e cambiato vita, lontano dalle mie radici.
Perché sei andato via?” mi chiederai da buona madre, beh prima di tutto penso di avere una innata passione per il “viaggiare”, ma non è solo questo, ti darei tutte le motivazioni elencandole in una lista chilometrica ma....no dai, sono sicuro che hai già fatto questa domanda ai milioni (si non ho sbagliato, milioni) di italiani, figli tuoi, che vivono lontani dalle tue braccia, dalle tue montagne e dai tuoi mari, e sono sicuro che sai già le motivazioni...o no?

Madre Italia, dal tuo sguardo mi sembra di comprendere che non sai di cosa sto parlando! Perché mi guardi così?! Perché sembri dire “ma io non ti ho fatto nulla!”. Come può una madre non comprendere i suoi figli?
Forse avevi gli occhi chiusi, forse ti sei assopita in un sonno confuso. Forse ti sei fatta accecare dal luccichio dell'oro indossato dal papa (si, papa, con la lettere minuscola). Forse hai scambiato per profumo il fetore del denaro rubato da chi ti ha sposata (mi riferisco ai politici, troppo stupidi per comprendere l'allusione). Forse hai dimenticato come sei nata? Il tuo “certificato di nascita” l'ho riletto da poco, c'erano parole come “diritti”, “lavoro”, “laica”, frasi come “ripudia la guerra”. Perché sei cambiata? Perché hai dimenticato?

Si, lo so...cercavi qualcuno che ti “sposasse” ed hai sbagliato a scegliere, ricordi quel tuo nemico? Come si chiamava....ah si! Mafia! Lo ricordi? “La mafia è nata per sostituire l'istituzione Stato” mi dicesti una volta (in realtà me lo disse Paolo, uno dei figli che di sicuro ti ha reso orgogliosa). E allora perché hai sposato gli amici del tuo più grande nemico!?
Lo so, sono stati abili con le parole e con i gesti, hanno mentito, hanno venduto il vendibile e l'invendibile. Ti abbracciavano e mentre con la mano destra ti accarezzavano con la sinistra ti infilavano un pugnale nella schiena, poi ti guardavano sanguinare e, prima che il tuo sangue fosse finito, si offrivano da eroi di accompagnarti in ospedale per salvarti la vita (prego ai più intelligenti di spiegare anche questa allusione ai politici, che si saranno persi da qualche parte a inizio pagina).

No madre, basta con questa storia dei sacrifici. Dovresti sapere che ci ho provato a starti accanto! Ti ho sempre raccontato dei miei problemi. Ricordi quella volta, in quell'ipermercato? Si, quando facevo gli inventari di notte con un'altra quindicina di laureati e laureandi. Ricordo un laureato in ingegneria a cui venne dato per sbaglio il cartellino da “dipendente COOP” e non da “collaboratore” (venivano chiamati così quelli che venivano contrattati e sfruttati giusto per una notte o due), lui guardò il cartellino sbagliato e lo fece presente alla direttrice del personale che, altezzosa, disse: “no no questo non è tuo, credi che sia così facile essere un dipendente COOP? Devi farne ancora di strada!”. Ricordo gli occhi di quel ragazzo, aveva studiato per più di 5 anni per diventare ingegnere, ed ora era li, umiliato senza motivo, e senza nessuna speranza per il futuro. Guardavo i suoi occhi ma rivedevo i miei.

No madre, ora non cominciare a piangere.
Come dici? “Alle cose tristi è meglio non pensare troppo?”. Che fai ancora? Ti “tappi” gli occhi con le mani? Ma è quello che hai fatto per anni, anzi per decenni! La realtà è triste, ma va guardata in faccia!
La realtà puzza come puzzano i treni che “deportano” migliaia di meridionali a lavorare al nord (se credete questa frase un'esagerazione prendete un treno da Milano a Bari, un treno diverso dal troppo costoso freccia”qualcosa”), la realtà è ghiacciata come il mare in cui muoiono ogni giorno decine di profughi, persone che spesso non hanno più una casa per colpa delle nostre bombe! (si lo so una volta si era detto “ripudia la guerra”, ma hai avuto memoria corta, cara madre).

Madre, non voglio essere crudo, ma piangi quanto vuoi. Ti ho già vista piangere altre volte, e fingevi. Hai pianto per i militari morti in una guerra che hai chiamato “missione di pace”, hai pianto per due figli tuoi, giudici, uccisi dalle persone a cui ti sei venduta, hai pianto per tanti motivi ed hai pianto lacrime finte. Ma i tuoi figli per cosa piangono?
Taranto piange per i tumori che i tuoi amici dell'ILVA hanno regalato loro, la Campania piange per le scorie sotterrate ovunque da chi ti tiene per mano da decenni, gli operai della FIAT piangono perché un verme ben vestito sta vendendo il loro sudore ed il loro sangue agli Stati Uniti. A Milano ho visto piangere un ragazzo senegalese, vive a Milano da vent'anni ed ha avuto due figlie in Italia, per te quelle bambine non sono italiane, hai rifiutato due figlie solo per il colore della pelle. Io non voglio una madre così.

E poi, non comprendo una cosa, come fai ad avere memoria così corta? Davvero! Perché, nel 2013, ascolti con interesse le stronzate che hai già ascoltato con interesse nel 1994? Perché non vai avanti? Perché ti fai rincoglionire dalle parole e non presti attenzione ai fatti? Una madre dovrebbe insegnare ai suoi figli! Insegnare quello in cui crede!
Ed allora, perché si “taglia” denaro all'istruzione e contemporaneamente aumentano i docenti di religione? Perché la scuola pubblica viene mortificata e fatta a pezzi e viene favorita la scuola privata? Un tuo figlio una volta, si chiamava Calamandrei, disse che uno stato fondato su una scuola pubblica produce Cittadini (si, cittadini con lettera maiuscola, mentre papa con la minuscola, penso che i cittadini valgano più del papa) mentre uno stato fondato su una scuola privata produce sudditi. Quindi tu cosa vuoi? Sudditi?

No, ora non dirmi che non mi hai fatto mancare mai nulla! So che ti interessa la mia salute, ma forse ti interessano più i tuoi interessi. Son cresciuto in una regione in cui la salute è una lotteria, una regione in cui spesso non si vede un pronto soccorso nemmeno a pagare, in cui gli anziani pregano di non avere un infarto perché per raggiungere l'ospedale più vicino ci vogliono più di quaranta chilometri. Dai, non prendiamoci in giro madre, quando ero un bambino potevi, ora no. So che i vaccini per l'influenza non servono a nulla, so che i medici li consigliano per motivi economici. So che le case farmaceutiche comprano i medici, so che la chiesa piazza obiettori di coscienza ovunque e so che i primari di reparto sono “piazzati” abilmente dalla politica.

Madre Italia, la verità è che ci hai abbandonati. Siamo in mano a porci ignoranti, mafiosi o amici di mafiosi, nani che prendono come stallieri boss della mafia, ex veline che attraverso pratiche sessuali orali sono passate da sotto i tavoli a sopra i tavoli del governo, costruttori favoriti dagli appalti truccati, ex magistrati scesi in politica con poca coerenza, assenteisti che accusano il popolo di essere assenteista, ignoranti che accusano il popolo di essere ignorante ed attualmente banchieri che legiferano a favore delle banche.

Da madre dovresti insegnarmi tanto, allora rispondimi ad alcune domande. Ho già provato a farle ai tuoi amichetti (si i porci di cui ho parlato prima) ma mi hanno dato risposte astratte, ecco cosa ne è venuto fuori.

D: Perché siamo in crisi?
R: <Risposta tecnica ed astratta> che conclude con “debito pubblico”
D: Cos'è il debito pubblico?
R: <Risposta tecnica ed astratta> che conclude con la definizione di debito, che contiene tre elementi: denaro, debitore e creditore
D: Quindi, il denaro è ciò che deve essere dato dal debitore al creditore. A quanto ammonta il debito, chi deve pagarlo e a chi deve pagarlo?
R: Il debito ammonta a <cifra pseudoaleatoria che cambia ad ogni talk-show>. Per la seconda parte della risposta ci sono svariate opzioni:
- Il debitore è lo stato e il creditore sono i cittadini
- Il debitore sono i cittadini e il creditore è lo stato
- Il debitore è lo stato e il creditore è l'Europa
- <altre varianti simili e senza senso>
D: Ma se stato e cittadini sono la stessa cosa, significa che io devo soldi a me stesso? E se li devo all'Europa, significa che li devo alla Banca Centrale Europea, ma la Banca Centrale Europea è privata, quindi devo soldi a privati? E se devo soldi a privati, quando ho contratto il debito (davvero, non lo ricordo)?
R: Qui la risposta cambia in base al personaggio politico che risponde. Le diverse possibilità sono:
- venti minuti di stronzate insensate che non conterranno la risposta
- “lei è un comunista!”
- “il debito è stato contratto a nostra insaputa”
- “il debito è stato contratto dal nipote di Moubarak”
- “devo controllare le mie agende”
- “tutti contraggono debiti, se lei non lo fa è uno sfigato”
- “discorso politico-filosofico che non c'entra nulla”
- “noi con il nostro partito” seguito da stronzate che non c'entrano nulla
- possibili combinazioni delle precedenti, tipo: “il debito è stato contratto dal nipote di Moubarak, ma a sua insaputa”

Mi piacerebbe avere una risposta, madre Italia, ma credo che non me la darai. Come hai sempre fatto chiuderai gli occhi e la bocca, e tutto continuerà così. Tutto andrà come sempre, avremo i mondiali di calcio e il campionato a distrarci.

So che ti starai chiedendo perché ti scrivo questa lettera proprio ora e ti rispondo.
Stanotte ho sognato, tanto e forte.
Nel mio sogno eri bella, dentro e fuori, nel mio sogno la gente era cordiale e non c'era nessuno che rubava il pane ad un suo fratello, gli ospedali funzionavano, la gente lavorava senza essere sfruttata ed era felice perché sapeva di contribuire a un qualcosa di più grande.
Nel mio sogno la chiesa non decideva questioni di stato, era libera, ma in uno stato libero.
Nel mio sogno c'erano centri culturali, caffè letterari e biblioteche ben tenute.
Nel mio sogno l'educazione era accessibile a tutti ed era vera educazione.
Nel mio sogno c'erano meno macchine e più biciclette.
Nel mio sogno c'era la marijuana legalizzata e meno bigottismo, c'erano meno droghe “vere” (alcol e sigarette), la prostituzione era legale e regolata.
Nel mio sogno non si litigava tra nord e sud, dialetti e tradizioni si mescolavano per formare un qualcosa di più grande e profondo.
Nel mio sogno la chiesa pagava le tasse, non eravamo in guerra con nessuno e con tutto il denaro risparmiato per queste due porcate, sanità e istruzione erano state riformate completamente.
Nel mio sogno eravamo bianchi, neri e gialli. Nel mio sogno anche gli alieni erano i benvenuti.
Nel mio sogno......beh nel mio sogno i tuoi amici luridi di corruzione erano stati presi a calci in culo....poi però mi sono svegliato.

Si madre, vedo che sei di nuovo in lacrime, lo sono anch'io mentre scrivo.
Fai come me, asciuga le lacrime e guarda in faccia coloro che ti stanno rubando l'anima. Affrontali.
Non aspettare che vadano via di loro spontanea volontà, il loro animo è corrotto come il loro cuore. Ma combattili. Ricorda da dove eri partita, ricorda quelle parole che hanno segnato la tua nascita, quelle parole di speranza così belle che si possono rileggere nella Costituzione Italiana.
Non dimenticare le vite che sono state date per renderti migliore ed insegna ad i giovani come una vera madre deve fare. Si lo so, io sono solo uno dei tuoi figli e non pretendo di insegnarti nulla ma l'Italia che immagino io è così, impara dai deboli, li ascolta perché sono coloro che hanno realmente bisogno, così come un medico cura il malato e non il sano.

Detto questo ti chiedo scusa, perché la lettera è confusionaria, ma è così che nascono le cose migliori, dalla confusione, perché la confusione è spontanea, naturale, non è mai imposta. Ti ho scritto una lettera senza sapere come scriverla, come quando a otto anni scrissi la mia prima lettera d'amore, perché in fondo è tutto qui, madre Italia, in fondo ti amo e ti amerò per sempre.

Un tuo figlio (spero non) dimenticato

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