Cara madre Italia,
perchè mi hai
abbandonato? Perchè hai venduto la tua bellezza al potere? Perchè
mi hai lasciato orfano?
Forse non ti ricordi di
me, sono uno dei tuoi tanti figli. Sono andato via
a 22 anni, ho preso un aereo e cambiato vita, lontano dalle mie
radici.
“Perché
sei andato via?” mi chiederai da buona madre, beh prima di tutto
penso di avere una innata passione per il “viaggiare”, ma non è
solo questo, ti darei tutte le motivazioni elencandole in una lista
chilometrica ma....no dai, sono sicuro che hai già fatto questa
domanda ai milioni (si non ho sbagliato, milioni) di italiani, figli
tuoi, che vivono lontani dalle tue braccia, dalle tue montagne e dai
tuoi mari, e sono sicuro che sai già le motivazioni...o no?
Madre
Italia, dal tuo sguardo mi sembra di comprendere che non sai di cosa
sto parlando! Perché mi guardi così?! Perché sembri dire “ma io
non ti ho fatto nulla!”. Come può una madre non comprendere i suoi
figli?
Forse avevi
gli occhi chiusi, forse ti sei assopita in un sonno confuso. Forse ti
sei fatta accecare dal luccichio dell'oro indossato dal papa (si,
papa, con la lettere minuscola). Forse hai scambiato per profumo il
fetore del denaro rubato da chi ti ha sposata (mi riferisco ai
politici, troppo stupidi per comprendere l'allusione). Forse hai
dimenticato come sei nata? Il tuo “certificato di nascita” l'ho
riletto da poco, c'erano parole come “diritti”, “lavoro”,
“laica”, frasi come “ripudia la guerra”. Perché sei
cambiata? Perché hai dimenticato?
Si, lo
so...cercavi qualcuno che ti “sposasse” ed hai sbagliato a
scegliere, ricordi quel tuo nemico? Come si chiamava....ah si! Mafia!
Lo ricordi? “La mafia è nata per sostituire l'istituzione Stato”
mi dicesti una volta (in realtà me lo disse Paolo, uno dei figli che
di sicuro ti ha reso orgogliosa). E allora perché hai sposato gli
amici del tuo più grande nemico!?
Lo so,
sono stati abili con le parole e con i gesti, hanno mentito, hanno
venduto il vendibile e l'invendibile. Ti abbracciavano e mentre con
la mano destra ti accarezzavano con la sinistra ti infilavano un
pugnale nella schiena, poi ti guardavano sanguinare e, prima che il
tuo sangue fosse finito, si offrivano da eroi di accompagnarti in
ospedale per salvarti la vita (prego ai più intelligenti di spiegare
anche questa allusione ai politici, che si saranno persi da qualche
parte a inizio pagina).
No
madre, basta con questa storia dei sacrifici. Dovresti sapere che ci
ho provato a starti accanto! Ti ho sempre raccontato dei miei
problemi. Ricordi quella volta, in quell'ipermercato? Si, quando
facevo gli inventari di notte con un'altra quindicina di laureati e
laureandi. Ricordo un laureato in ingegneria a cui venne dato per
sbaglio il cartellino da “dipendente COOP” e non da
“collaboratore” (venivano chiamati così quelli che venivano
contrattati e sfruttati giusto per una notte o due), lui guardò il
cartellino sbagliato e lo fece presente alla direttrice del personale
che, altezzosa, disse: “no no questo non è tuo, credi che sia così
facile essere un dipendente COOP? Devi farne ancora di strada!”.
Ricordo gli occhi di quel ragazzo, aveva studiato per più di 5 anni
per diventare ingegnere, ed ora era li, umiliato senza motivo, e
senza nessuna speranza per il futuro. Guardavo i suoi occhi ma
rivedevo i miei.
No madre,
ora non cominciare a piangere.
Come dici?
“Alle cose tristi è meglio non pensare troppo?”. Che fai ancora?
Ti “tappi” gli occhi con le mani? Ma è quello che hai fatto per
anni, anzi per decenni! La realtà è triste, ma va guardata in
faccia!
La
realtà puzza come puzzano i treni che “deportano” migliaia di
meridionali a lavorare al nord (se credete questa frase
un'esagerazione prendete un treno da Milano a Bari, un treno diverso
dal troppo costoso freccia”qualcosa”), la realtà è ghiacciata
come il mare in cui muoiono ogni giorno decine di profughi, persone
che spesso non hanno più una casa per colpa delle nostre bombe! (si
lo so una volta si era detto “ripudia la guerra”, ma hai avuto
memoria corta, cara madre).
Madre,
non voglio essere crudo, ma piangi quanto vuoi. Ti ho già vista
piangere altre volte, e fingevi. Hai pianto per i militari morti in
una guerra che hai chiamato “missione di pace”, hai pianto per
due figli tuoi, giudici, uccisi dalle persone a cui ti sei venduta,
hai pianto per tanti motivi ed hai pianto lacrime finte. Ma i tuoi
figli per cosa piangono?
Taranto piange per i tumori che i tuoi amici dell'ILVA hanno regalato loro, la Campania piange per le scorie sotterrate ovunque da chi ti tiene per mano da decenni, gli operai della FIAT piangono perché un verme ben vestito sta vendendo il loro sudore ed il loro sangue agli Stati Uniti. A Milano ho visto piangere un ragazzo senegalese, vive a Milano da vent'anni ed ha avuto due figlie in Italia, per te quelle bambine non sono italiane, hai rifiutato due figlie solo per il colore della pelle. Io non voglio una madre così.
Taranto piange per i tumori che i tuoi amici dell'ILVA hanno regalato loro, la Campania piange per le scorie sotterrate ovunque da chi ti tiene per mano da decenni, gli operai della FIAT piangono perché un verme ben vestito sta vendendo il loro sudore ed il loro sangue agli Stati Uniti. A Milano ho visto piangere un ragazzo senegalese, vive a Milano da vent'anni ed ha avuto due figlie in Italia, per te quelle bambine non sono italiane, hai rifiutato due figlie solo per il colore della pelle. Io non voglio una madre così.
E poi, non
comprendo una cosa, come fai ad avere memoria così corta? Davvero!
Perché, nel 2013, ascolti con interesse le stronzate che hai già
ascoltato con interesse nel 1994? Perché non vai avanti? Perché ti
fai rincoglionire dalle parole e non presti attenzione ai fatti? Una
madre dovrebbe insegnare ai suoi figli! Insegnare quello in cui
crede!
Ed allora,
perché si “taglia” denaro all'istruzione e contemporaneamente
aumentano i docenti di religione? Perché la scuola pubblica viene
mortificata e fatta a pezzi e viene favorita la scuola privata? Un
tuo figlio una volta, si chiamava Calamandrei, disse che uno stato
fondato su una scuola pubblica produce Cittadini (si, cittadini con
lettera maiuscola, mentre papa con la minuscola, penso che i
cittadini valgano più del papa) mentre uno stato fondato su una
scuola privata produce sudditi. Quindi tu cosa vuoi? Sudditi?
No,
ora non dirmi che non mi hai fatto mancare mai nulla! So che ti
interessa la mia salute, ma forse ti interessano più i tuoi
interessi. Son cresciuto in una regione in cui la salute è una
lotteria, una regione in cui spesso non si vede un pronto soccorso
nemmeno a pagare, in cui gli anziani pregano di non avere un infarto
perché per raggiungere l'ospedale più vicino ci vogliono più di
quaranta chilometri. Dai, non prendiamoci in giro madre, quando ero
un bambino potevi, ora no. So che i vaccini per l'influenza non
servono a nulla, so che i medici li consigliano per motivi economici.
So che le case farmaceutiche comprano i medici, so che la chiesa
piazza obiettori di coscienza ovunque e so che i primari di reparto
sono “piazzati” abilmente dalla politica.
Madre
Italia, la verità è che ci hai abbandonati. Siamo in mano a porci
ignoranti, mafiosi o amici di mafiosi, nani che prendono come
stallieri boss della mafia, ex veline che attraverso pratiche
sessuali orali sono passate da sotto i tavoli a sopra i tavoli del
governo, costruttori favoriti dagli appalti truccati, ex magistrati
scesi in politica con poca coerenza, assenteisti che accusano il
popolo di essere assenteista, ignoranti che accusano il popolo di
essere ignorante ed attualmente banchieri che legiferano a favore
delle banche.
Da madre dovresti insegnarmi tanto, allora rispondimi ad alcune domande. Ho già provato a farle ai tuoi amichetti (si i porci di cui ho parlato prima) ma mi hanno dato risposte astratte, ecco cosa ne è venuto fuori.
D: Perché
siamo in crisi?
R: <Risposta
tecnica ed astratta> che conclude con “debito pubblico”
D: Cos'è il
debito pubblico?
R: <Risposta
tecnica ed astratta> che conclude con la definizione di debito,
che contiene tre elementi: denaro, debitore e creditore
D: Quindi,
il denaro è ciò che deve essere dato dal debitore al creditore. A
quanto ammonta il debito, chi deve pagarlo e a chi deve pagarlo?
R: Il
debito ammonta a <cifra pseudoaleatoria che cambia ad ogni
talk-show>. Per la seconda parte della risposta ci sono svariate
opzioni:
- Il
debitore è lo stato e il creditore sono i cittadini
- Il
debitore sono i cittadini e il creditore è lo stato
- Il
debitore è lo stato e il creditore è l'Europa
- <altre
varianti simili e senza senso>
D: Ma se stato e
cittadini sono la stessa cosa, significa che io devo soldi a me
stesso? E se li devo all'Europa, significa che li devo alla Banca
Centrale Europea, ma la Banca Centrale Europea è privata, quindi
devo soldi a privati? E se devo soldi a privati, quando ho contratto
il debito (davvero, non lo ricordo)?
R: Qui la risposta cambia
in base al personaggio politico che risponde. Le diverse possibilità
sono:
- venti minuti di
stronzate insensate che non conterranno la risposta
- “lei è un
comunista!”
- “il debito è stato
contratto a nostra insaputa”
- “il
debito è stato contratto dal nipote di Moubarak”
- “devo
controllare le mie agende”
- “tutti
contraggono debiti, se lei non lo fa è uno sfigato”
- “discorso
politico-filosofico che non c'entra nulla”
- “noi
con il nostro partito” seguito da stronzate che non c'entrano nulla
- possibili
combinazioni delle precedenti, tipo: “il debito è stato contratto
dal nipote di Moubarak, ma a sua insaputa”
Mi
piacerebbe avere una risposta, madre Italia, ma credo che non me la
darai. Come hai sempre fatto chiuderai gli occhi e la bocca, e tutto
continuerà così. Tutto andrà come sempre, avremo i mondiali di
calcio e il campionato a distrarci.
So che ti
starai chiedendo perché ti scrivo questa lettera proprio ora e ti
rispondo.
Stanotte ho
sognato, tanto e forte.
Nel mio
sogno eri bella, dentro e fuori, nel mio sogno la gente era cordiale
e non c'era nessuno che rubava il pane ad un suo fratello, gli
ospedali funzionavano, la gente lavorava senza essere sfruttata ed
era felice perché sapeva di contribuire a un qualcosa di più
grande.
Nel
mio sogno la chiesa non decideva questioni di stato, era libera, ma
in uno stato libero.
Nel
mio sogno c'erano centri culturali, caffè letterari e biblioteche
ben tenute.
Nel mio
sogno l'educazione era accessibile a tutti ed era vera educazione.
Nel mio
sogno c'erano meno macchine e più biciclette.
Nel mio
sogno c'era la marijuana legalizzata e meno bigottismo, c'erano meno
droghe “vere” (alcol e sigarette), la prostituzione era legale e
regolata.
Nel mio
sogno non si litigava tra nord e sud, dialetti e tradizioni si
mescolavano per formare un qualcosa di più grande e profondo.
Nel mio
sogno la chiesa pagava le tasse, non eravamo in guerra con nessuno e
con tutto il denaro risparmiato per queste due porcate, sanità e
istruzione erano state riformate completamente.
Nel
mio sogno eravamo bianchi, neri e gialli. Nel mio sogno anche gli
alieni erano i benvenuti.
Nel mio
sogno......beh nel mio sogno i tuoi amici luridi di corruzione erano
stati presi a calci in culo....poi però mi sono svegliato.
Si madre,
vedo che sei di nuovo in lacrime, lo sono anch'io mentre scrivo.
Fai come me,
asciuga le lacrime e guarda in faccia coloro che ti stanno rubando
l'anima. Affrontali.
Non
aspettare che vadano via di loro spontanea volontà, il loro animo è
corrotto come il loro cuore. Ma combattili. Ricorda da dove eri
partita, ricorda quelle parole che hanno segnato la tua nascita,
quelle parole di speranza così belle che si possono rileggere nella
Costituzione Italiana.
Non
dimenticare le vite che sono state date per renderti migliore ed
insegna ad i giovani come una vera madre deve fare. Si lo so, io sono
solo uno dei tuoi figli e non pretendo di insegnarti nulla ma
l'Italia che immagino io è così, impara dai deboli, li ascolta
perché sono coloro che hanno realmente bisogno, così come un medico
cura il malato e non il sano.
Detto
questo ti chiedo scusa, perché la lettera è confusionaria, ma è
così che nascono le cose migliori, dalla confusione, perché la
confusione è spontanea, naturale, non è mai imposta. Ti ho scritto
una lettera senza sapere come scriverla, come quando a otto anni
scrissi la mia prima lettera d'amore, perché in fondo è tutto qui,
madre Italia, in fondo ti amo e ti amerò per sempre.
Un tuo
figlio (spero non) dimenticato
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