sabato 19 gennaio 2013

BRUTTI SI NASCE, CALCIATORI SI DIVENTA

Per la rubrica “Radical Trash”, un estratto di critica estetica legata strettamente al mondo del calcio, sul vestiario, le facce e i valori estetici dei calciatori più in vista della nostra Serie A.


Da sempre, l'immagine del calciatore è attribuita al fascino, ai soldi, allo stereotipo della vita perfetta che inesorabilmente induce al sogno impossibile di emularla. Le icone che occupano gli spazi della tv e dei nostri sogni, sembrano siano lontani anni luce dalla “nostra” normalità; bene, io vi dimostrerò, soprattutto a voi della classe “calciofila”, che non bisogna fare di un'erba un solo spinello, o tutto un fascio, insomma quel che volete. Avrò il piacere di elencarvi la lista dei dieci nomi che vi farà passare la voglia di sognare questi modelli inarrivabili. Vi farò notare quanta normalità e quanta poca bellezza in realtà risieda in questa gente, specie se il riferimento va ai loro discutibili look e ai loro bassi valori estetici, come i nomi sottoelencati.


Kevin Costant

Per alcuni, assieme al suo sporadico compagno di reparto Acerbi, sembra che detenga lo scettro di atleta più sfigato della Serie A: viso da formichiere adulto, naso appuntito come il becco di un marabù, discrete capacità atletiche e tecnica e visione di gioco totalmente dimenticate da qualche parte, col forte dubbio che siano in suo possesso. All' “Hollywood” di Milano, nota discoteca frequentata da personaggi illustri della movida milanese, lo salutano spesso con un “no grazie” scambiandolo inevitabilmente per un venditore di fiori ambulanti, sotto le scroscianti risate di Ambrosini e Flamini, costretti a portarselo dietro ogni week-end per “opera buona”.

Arevalo Rìos

Non c'è calciatore che vinca il confronto del viso più cattivo e criminale con Arevalo Rìos. Ogni volta che c'è un match del Palermo in Tv e le telecamere si soffermano sul suo magnifico primo piano, si ha come l'impressione di trovarselo faccia a faccia in uno dei tanti vicoli bui di Montevideo mentre tiene un coltellaccio stretto nel pugno chiedendoti i soldi. In campo un leone, attaccato all'albero; rompe sul nascere azioni e talenti avversari, con la grinta di chi, dalla vita, non ha mai ottenuto ciò che voleva.


Rodrigo Taddei

Carlo Zampa, noto telecronista di fede romanista, in una partita Roma-Messina mentre commentava un'azione in velocità sulla fascia del brasiliano, lo appellò deliziosamente: “...insiste ancora la Roma con Rodrigo cavallino rampante Taddei...” Del cavallino, infatti, Taddei sembra avere molto, la corsa, l'agilità, resistenza, il viso; per questo l'appellativo di Zampa mai risultò più azzeccato, anche ispirato se vogliamo, dai primi piani che i cameraman dello “Stadio Olimpico”, spesso e volentieri “stringono” sul Rodrigo giallorosso, tenendo in quel momento, per le immagini mostrate, i bambini lontano dalla portata dei teleschermi o in compagnia di un pubblico adulto.


Mobido Diakitè

Il mento per questo calciatore franco-guineano sembra un lontano ricordo o addirittura quasi un sogno irrealizzabile, perché se ti chiami Diakité, sei consapevole di non poter andare in giro per la Capitale a testa alta, non perché sei un pessimo calciatore, anzi, ma perché non hai nessun mento(trova sinonimo di mento) da tirare su. Certo, non sarà la fine del mondo, l'essenziale è possedere altri mezzi nel mondo del calcio, come il controllo di palla, l'impostazione del gioco e la puntualità nei tackle, moderati od aggressivi che siano. Queste abilità sono importanti per un calciatore. Ecco, appunto.

Francesco Acerbi

Tutti gli attributi possibili per impersonificare quello che John Holmes non sarebbe stato se non avesse avuto successo. Calma, non è un complimento, non facciamo lusinghe in questa rubrica, quelle, preferiamo lasciarle ai vecchi editoriali di Emilio Fede. 
Senza ombra di dubbio la palma del giocatore italiano più brutto in questo momento va a lui: passi sgraziati, fianchi larghi, ginocchia in dentro ed un baffetto semi-incolto che non vuole appartenere a nessuno beard-styling. Su alcuni blog, per la sua somiglianza ad un membro delle SS, l'hanno già appellato il generale, un nome che decisamente gli sta largo, come d'altronde, la maglia del club in cui milita.

Sebastian Frey

Mi spiego subito. Brutto non è che lo sia, dato che c'è gente che abbiamo appena citato che meriterebbe l'ergastolo se si definisse tale il portierone francese. Già il portierone, perché la porta non la difende più da un paio di stagioni a questa parte, bensì la copre totalmente.

Bizzarro vedere un giocatore della sua esperienza, e della sua portata, nell'attuale condizione di forma: grasso, stanco, poco agile e con un deposito di pollame al posto dello stomaco. Ecco, è stato proprio questo il motivo scatenante che mi ha spinto ad infilarlo tra questi nomi, la sua tasca marsupiale, propria non di un umano, ma di un canguro.

Bakayé Traoré

Altra grande mossa strategica del calciomercato milanista in entrata. Sembra che in Via Turati, quest'estate abbiano adottato una politica di trasferimenti che riguardasse solo gente mal concepita da Madre Natura: De Jong, Acerbi, Costant e Traorè i nomi che stanno facendo “brutto” questo Milan, sia per risultati che per tratti estetici.

Tornando al centrocampista ex-Nantes, sembra che non abbia volto in viso; scuro come la notte a Caracas, più magro e denutrito di Fassino, muove timidi passi in campo somigliando ad una mantide religiosa caduta accidentalmente in una pozzanghera di petrolio e conseguentemente ferita ad una zampa. Non un successo, mi vien da dire, viste le poche presenze accumulate e il ritardo di forma mostrato nelle ultime apparizioni con la casacca rossonera; ma se è questo era un tassello importante del mosaico campagna acquisti 2012, ben venga allora... Una croce addosso a Galliani e Braida.

Ivàn Piris

“Con Piris abbiamo ultimato, con qualità, la costruzione del reparto difensivo della Roma”, disse Zeman alle telecamere di SkySport24. Non per indagare nelle abitudini e nei vizi del boemo, ma da questa dichiarazione, sembra chiaro che il tecnico giallorosso, dovrebbe aggiungere un po' più di tabacco in quello che fuma. Di qualità, in questo terzino fluidificante (come non vi dico cosa) paraguaiano, personalmente non ho notato nemmeno la capigliatura; ok, d'accordo, è un ragazzo molto giovane che ha bisogno di ambientarsi e fare esperienza, ma se il buongiorno si vede dal mattino, Pallotta dovrebbe badare un po' più a spese la prossima volta anziché fidarsi del parere dei suoi osservatori in viaggio per il Sudamerica.

Stevan Jovetic

Sarà anche un'attaccante completo, una delle migliori punte della nostra Serie A e il desiderio nascosto per dare qualità al proprio reparto offensivo, di molti squadroni blasonati europei. Ma qui non stiamo esaltando le qualità tecnico-atletiche dei giocatori in questione; qui parliamo di “calciatoribbrutti” nella vera e propria accezione del termine e Jovetic, ahimè, è uno di quelli.
Quando lo si vede in azione, si ha come l'impressione di vedere Giorgio Gaber con indosso la maglia della Viola, già perché il montenegrino, a Gaber, gli somiglia da matti, e non sono il solo a pensarlo; e tralasciando le qualità artistiche del compianto attore teatrale e cantautore italiano, a quanti farebbe piacere riceversi una somiglianza del genere ?

Samir Ujkani

Immaginatevi Ujkani, brutto. Ecco, ora provatelo ad immaginare dopo lo scontro con Morganella, avvenuto nella scorsa stagione quando entrambi vestivano la maglia del Novara, con due denti in meno. Meglio lasciar perdere. Perdonatemi la cattiveria, ma volevo rievocare questo evento e, farvi assaporare, seppur con l'immaginazione, il brivido gelido che mi ha attraversato la schiena quando ho assistito, in televisione (e menomale) all'infortunio del portiere albanese, e al volo dei suoi due incisivi. Non sto deridendo l'accaduto, né mi permetterei di farlo, il mio intento era solo quello di farvi notare le molteplici disgrazie capitate a questo giocatore in quel momento: brutto, infortunato, sdentato, con la peggior difesa della Serie A e con la consapevolezza di ritornare a giocare per Zamparini.

                                                                                                                di Bellerofonte

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