lunedì 2 aprile 2012

IMPRESE DI UN IMPRECARIO: 6-66 pEzzo

Uno struzzo. Marco vuole crescere a casa nostra uno struzzo. E me lo fa anche vedere, tutto impettito, che gira per casa emettendo uno strano verso: “Beep Beep! Beep Beep!”. E’ vero allora che i cani (o in questo caso gli struzzi) assomigliano al loro proprietario! Lui continua a guardarmi e ad emettere a intervalli regolari quello strano verso..

BEEP BEEP! BEEP BEEP!
Cazzo, la sveglia!
Un po’ frastornato Luigi si alza di scatto dal divano e corre in camera per vestirsi.  Prende i jeans che sono buttati sulla sedia e fa cadere il marsupio che usa per andare a lavoro il quale, infischiandosene altamente del ritardo in cui versa il suo proprietario, decide di riversare tutta la paga del giorno prima sul pavimento. Maledicendo tutti gli antenati del marsupio, Luigi inizia a raccogliere i soldi sperando inconsciamente che al contatto con il pavimento si siano riprodotti e invece no.  24 euro siete e 24 euro resterete!
Finalmente pronto Luigi torna in cucina, recupera dei taralli un po’ frantumati e si avvia verso la porta. Mentre si avvicina nota un post-it color fuxia con su scritto “Stasera serata al Te La Dimezzo alle dieci, non tornare tardi ca t’acced.”  Immaginando con un sorriso lo sforzo di Marco di scrivere in barese, Luigi apre la porta e si immerge nel traffico diretto in biblioteca per studiare un po’.
Appena arrivato trova subito un tavolo libero (anche perché, solitamente, le persone normali a quell’ora del pomeriggio sono davanti ad un piatto di pasta e non davanti ad un libro di Semiotica II), tira fuori libri, appunti estorti ai colleghi di corso e, sfoderato l’evidenziatore giallo come se fosse una Smith e Wesson, inizia a sottolineare di buona lena.
Dopo un’ora la situazione è la seguente: due caffè, almeno dieci buoni motivi di distrazione e due misere pagine di riassunti in saccoccia. Decide di dare una scossa al pomeriggio mettendosi le cuffie e impostando la playlist “cazzuta”. Appena parte la prima traccia nota del disappunto nel sopracciglio della ragazza seduta vicino a lui ma siccome non è il suo tipo  decide di ignorarla e prosegue, stavolta con molti più risultati, nel suo studio.
Quando sente riproporre la prima traccia si accorge che la biblioteca è quasi deserta e che fuori è già buio. Soddisfatto di se stesso rimette tutto a posto, controlla il telefono e trova un sms di Marco che testualmente dice “Trmò ricordati di stasera!”. Scoppia a ridere così fragorosamente che i reduci dello studio lo guardano dubbiosi mentre, ancora ridacchiando, esce dalla biblioteca e si avvia a casa.


“Stasera mi sbronzo di brutto e alla fine mi sdraio per terra e dormo come un cane, mi passasse sopra un tir o un intercity io me ne frego!”

Le serate universitarie sono sempre un terno al lotto, soprattutto come quelle a tema dove Marco stava trascinando Luigi. L’ultima volta che l’aveva costretto ad andarci si era trovato ad una serata “Anni 80” perseguitato da un Dj che voleva fargli cantare “..staying alive, staying alive ah ah ah!” e non era davvero il caso.
Ecco perché fu incerto nell’oltrepassare una porta di entrata contornata da ragnatele e sporca di sangue finto. Iniziò a ricredersi quando vide la locandina della serata: su uno sfondo nero capeggiava un sanguinante “Bram Stoker’s Night” con il mitico Gary Oldman in primo piano e una postilla: “Only Vampires please, Twilighters go away!”.
Ok la serata promette bene.
“Fieni prendi quefti!”. Marco gli porge un paio di denti da vampiro finti, lui già li indossa e passa la restante parte ai suoi amici.
Mentre aspettano il tavolo Luigi si guarda un po’ intorno e apprezza i miglioramenti apportati dalla nuova gestione del locale: tre salette, arredamento in legno scuro e un grande bancone angolare.. faceva tutto oktoberfest!
Finalmente una ragazza vestita da Sookie Stackhouse, con tanto di fori sul collo, li accompagna al loro tavolo e lui si ritrova seduto accanto a Roberto e la cosa non lo rende molto entusiasta a dire il vero.
Certo il fatto che gli abbia vomitato in camera la prima sera che si sono conosciuti sicuramente ha inciso sull’opinione che ha di lui ma sicuramente, tra gli amici di Marco, il suo preferito in assoluto è Michele: un metro e ottanta di persona sormontato da una nuvola di ricci neri fittissimi e un sorriso contagioso. Qualche volta è anche capitato che abbiano suonato insieme nel vecchio gruppo di lui ma in realtà Michele era un portento con le rime più che con gli strumenti: aveva in cantiere dei testi fortissimi e il suo sogno era riuscire a farsi una strada come rapper.
La serata inzia, la compagnia è buona e la birra è tanta. Come sottofondo passa la colonna sonora del film di Dracula a cui la serata è ispirata e si scatena il putiferio incrementato anche dall’alcool.
“Massssì dai Luigi! Sei identico a lui! A Jhon! Come si chiama quell’attore?”
“Al pacino!”
“Seee Al Pacino! Dracula è un vampiro mica un mafioso! L’hai mai sentito dire “Vieni qui picciotto mio, ti farò un succhiotto che non potrai rifiutare!”
“Vabbè ma a chi assomiglio si è capito?”
“Dai è lui..come si chiama.. JHOON!”
Luigi prende un tovagliolino e una penna e ci scrive sopra in fretta qualcosa e lo ripone in tasca. All’unisono si girano verso la cameriera e urlano “CAMERIERA UN’ALTRA BIRRA PLIIIIIIS!”


Il post sbornia è sempre terribile. Soprattutto quando ti risvegli nello stesso letto con il tuo coinquilino che ti dorme avvinghiato sopra come se fosse un polipo e in più ti russa nell’orecchio.
Il caffè è una benedizione e appena le scimmie urlatrici hanno definitivamente traslocato dalla sua testa Luigi si concede una doccia e un’accurata selezione degli indumenti del giorno prima. Un tovagliolino accartocciato nei jeans reclama la sua attenzione. Lo apre e legge: “Ciao luigi sobrio sono luigi ubriaco volevo dirti che ha detto Michele che siamo nel film di Dracula, domani veditelo dai. Ciao”.
Caspita, doveva essere davvero tanta quella birra ieri!
Vabbè non è un gran sacrificio rivedere quel film, è tra i suoi preferiti e conserva come una reliquia il VHS proprio in camera sua. Accende la tv e si mette comodo, Gary Oldman è troppo forte.

Quando il film finisce Marco dorme ancora e ignora che Luigi gli ha saccheggiato la dispensa lasciandogli come messaggio un lapidario “Così impari.”
Luigi si infila le converse, prende la chitarra e esce da casa. Seppur sommerso di alcool non ha dimenticato cosa lo attendeva quel giorno: le prove del gruppo di Mirko!
Si reca a passo spedito a fare il biglietto per il pullman e cammina con lo sguardo fisso davanti a se. Cattiva idea. Poco più avanti, a distanza di un passo da lui un escremento canino lo guarda avvicinarsi implacabile a se. Luigi decide di tentare la fortuna e si lancia in un salto olimpico per schivare il prodotto fisiologico del cane.. Studia l’ostacolo, prende la ricorsa, spicca un salto e..
... to be CONTInued...

3 commenti:

  1. grazie francè.. "Imprese di un imprecario" è una vera e propria serie a puntate... ora è la prima stagione.. ;)

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  2. Brava brava brava la mia cugiiiiiiiii!!!!!!!!!!!

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