giovedì 12 gennaio 2012

MI DO IN PASTO ALLA LINGUA CHE MASTICO INVESTO IN TESTI CHE VESTO DI STRACCI E MI RIDUCO AL LASTRICO

CAMMINA SOLO è una delle poche colonne sonore del mio viaggio lampo a Valencia. Da questa canzone potrei prendere spunto per almeno altri 2 temi ma per questo mio primo ‘’intervento’’ sul blog di KATANGAROUND, da vero linguista, parlerò del problema che s’è rivelato INASPETTATAMENTE uno dei fattori principali della mia ritirata a Malinconia.
Prima di partire ho passato un mesetto a studicchiare e ascoltare spagnolo (soprattutto le puntate di HIMYM in spagnolo), perciò una volta lì, nel giro di una settimana sono stato in grado di prendere il bandolo della matassa Castigliano. Ero in casa di 2 Boliviani 40enni, ignoranti tanto in italiano quanto in inglese, il che mi costringeva a usare solo lo spagnolo.
Taglio corto sulla questione del mio ‘’appoggio’’ italiano ‘’erasmus’’ a Valencia e brusco come un tackle vi spiego che dopo 10 giorni ero già totalmente solo. Lo spagnolo lo padroneggiavo per quel che riguardava i messaggi pratici di gestione della casa coi suddetti coinquilini e cominciavo persino a capire qualche battuta del corrispondente di Zelig in tv.
Un velo di tristezza però permaneva in sottofondo, come un eco lontano che non capisci da dove venga. Notai poi che questa malinconia si faceva meno insistente uscendo dal call center, specialmente se avevo avuto la possibilità di effettuare una videochiamata.
Dialogavo discretamente con la mia coinquilina valenciana ma la vidi solo 3 volte in un mese di convivenza, il che non mi aiutò a capire il problema che mi attanagliava. Dopo 2 settimane non ne potei più e prenotai il volo del ritorno, lontano bel 15 giorni.
Comincio a guardare tutto con occhi diversi.
Imparare lo spagnolo non m’attira più, guardo tutto ci che avviene in chiave passeggera conscio che tutto sarà mandato all’aria nel giro di 2 settimane . cerco gente interessata ad imparare l’italiano e riesco a incontrare 2 ragazze (dei successivi, ripetuti, bidoni ne riparlerò la prossima volta) e in quell’oretta sono un fiume in piena;
Sprezzante della loro precaria conoscenza dell’italico idioma, inondo queste povere cavie linguistiche di paroloni (che non so tradurre), concetti (che non so spiegare) e di tutto ciò che fa di me un degno discendente di della stirpe di Dante. M’accorgo della mia urgenza di parlare, a modo mio stavolta, sono logorroico e faccio egoistici monologhi e non me ne fotte una minchia se non capiscono.
Parlare Italiano è una liberazione, è come spalancare le porte di una diga che non ce la faceva più a contenere la mole dei pensieri in quel lago di solitudine che m’ero andato a cercare. Dialetto, neologismi, giochi di parole e di sensi; faccio battute che lei non capisce ma ormai è una questione personale, ‘’rotte le acque’’ non si torna indietro.
La lingua materna è per noi importante, cruciale, utile quanto le mani o la bocca di cui essa si serve. Ci caratterizza quanto il colore degli occhi e le cicatrici, segni particolari di un passato, di un percorso che lascia le sue confuse tracce nel nostro modo di esprimerci e d’intendere la società PIGL E FUIJ (mordi e fuggi) che ci circonda, che non ci lascia mai abbastanza tempo per realizzare chi siamo.
Ed è proprio per questo che ringrazio il mio avventato coraggio d’essere andato a Valencia, perché quella forzata solitudine, la tranquillità, la routine che a casa m’è sempre mancata; proprio nella tranquillità ho capito che cosa devo e cosa voglio fare, cosa amo e cosa disprezzo.
Tornato a "Malincònia" ho capito che devo concretizzare, portare a termine ciò che ho cominciato (vedi università), buttarmi in nuove avventure (vedi suonare il basso), costruirmi un futuro, conscio stavolta di aver in questi anni conosciuto tanta gente che mi apprezza e arricchisce, che mi spinge a superarmi o , che ne so, anche solo a mettere per iscritto quel fiume di parole che mai smetteranno di brulicare in questa testa di Findus…
‘’L’uomo vive di parole’’

2 commenti:

  1. Findus,complimenti per la descrizione dettagliata e per il fascino del tuo manoscritto...trovo la tua esperienza molto suggestiva...credo che comporrò una poesia evocandoti...

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  2. sarebbe un'ottima accoppiata ;) grazie mille SVETLY!

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