lunedì 12 marzo 2012

"IMPRESE DI UN IMPRECARIO"- episODIO n°4.

Ore 10 e tre quarti. 

La goccia d’acqua premonitrice che gli è piombata sulla spalla si è portata dietro un diluvio e la fila per lo sportello che, ironicamente si chiama SPORTELLO VELOCE, è interminabile.
Forse la ragazza che è entrata per ultima ha deciso di utilizzare la segreteria di facoltà come punto ascolto e vorrà raccontare all’impiegato i suoi problemi di cuore. E’ l’unica soluzione che potrebbe spiegare perché diavolo ci sta mettendo tutto quel tempo!
Che poi, stranamente, si verifica sempre questa situazione: quando entri tu in segreteria ci metti tempi umani per risolvere i tuoi problemi burocratici (sempre considerando la “lentezzamistoincertezza” degli addetti ai lavori) mentre gli altri sembra sempre che stiano cercando di convincere Obama a ratificare il protocollo di Kyoto.

“Mossa mossa ai se te pego ai se te pego..”  
“Pronto? PROOOONTO?? MAMMA MI SENTIII?”

Luigi si gira a guardare verso la punta della fila e vede una ragazzina che animatamente discute con la madre su cosa mangiare per pranzo.
D’altronde perché allontanarsi un attimo e rendere privata questa conversazione che non interessa a nessuno quando puoi rendere partecipi i tuoi vicini e, data la potenza della tua ugola, anche i primi della fila?
Finalmente la sua precedettrice nella fila si decide ad uscire e Luigi con un sonoro “Salve” entra nell’ufficio e inizia a tirar fuori i documenti che risultano mancanti per il suo passaggio di facoltà.
“Si accomodi, arrivo subito!”
No, ti prego! Non puoi farmi questo! RITORNA IMPIEGATO! 
Luigi si siede, tira fuori dalla borsa il documento che gli è stato richiesto e lo poggia sulla scrivania davanti alla sedia dell’incaricato della segreteria, il quale non dovrà far altro che muovere la mano,inserirlo nel suo fascicolo e richiudere il cassetto.
“Eccomi! Ah perfetto, vedo che sei proprio organizzato! Guarda adesso inserisco subito questo certificato nel tuo fascicolo e non dovremmo avere più problemi. Buona giornata!”
Quel condizionale mette addosso un senso di ansia costante perché, ovviamente, sai che ci saranno problemi e anche più di uno!

Raccattata la borsa finalmente Luigi può uscire dall’ufficio di facoltà e ripercorrere la strada verso casa cercando di evitare pozzanghere, balconi gocciolanti e simpatici automobilisti che si divertono innaffiando tutti come se fossero pompieri.
La sua vena polemica è davvero a rischio esondazione e l’unico appunto degno di nota della giornata è che, avendo l’intero pomeriggio libero, potrà dedicarsi a tutte quelle cose per cui non ha tempo durante la settimana. Potrebbe suonare un po’ per esempio! Suonare lo rende sempre più sereno e felice e la sua chitarra ormai reclama attenzioni da fin troppo tempo!
Schivata l’ultima pozzanghera Luigi entra nell’androne del suo palazzo e fa i gradini a due a due con in mente una sola parola: CIBO.  
All’improvviso gli arriva una folata di un odore non identificabile e realizza che non è l’unico ad avere il lunedì pomeriggio libero.

“Posso entrare o siamo a rischio radiazioni nucleari?”.
La cucina è invasa dal fumo e una figura ne emerge poco dopo. Potrebbe benissimo sembrare il protagonista di uno di quei film sugli alieni in cui il protagonista esce dalla navicella spaziale immerso nel vapore. Potrebbe, appunto! Perché sicuramente gli astronauti non hanno il grembiule giallo canarino de “La prova del cuoco” legato in vita o tanto meno tracce di sugo (forse) sparse per il viso.

“Trasiti assettativi, fici a nduja i nannima pe dui!”.

Stoppiamo un attimo il tutto per descrivere questa figura mitologica che è il coinquilino di Luigi: Marco, 22 anni compiuti, iscritto alla Facoltà di Lingue e proveniente dalla profonda Calabria.
Per lui il massimo della felicità è riempire di ‘nduja tutto ciò che è commestibile, dalla pasta fino ad arrivare ai biscotti secchi tanto da provocare negli altri suoi coinquilini colpi di calore improvvisi anche in pieno dicembre. Nonostante questo suo piccolo difetto, unito al disordine cronico che lo accompagnava, Luigi era molto contento di dividere con lui quell’esperienza da fuorisede, Marco è un perfetto compagno di ubriacature post esame, post due di picche, insomma è uno spasso!
Luigi si siede con cautela davanti ad un piatto di pasta di un rosso fumante e dall’aria estremamente minacciosa e, munendosi di pane e un bicchiere d’acqua a distanza di sicurezza, aspetta che Marco mangi il primo boccone e infila il suo in bocca.

“Uhm, forse ho esagerato un po’ con il peperoncino”.

Tutto diventa improvvisamente rosso e Luigi si sente una di quelle vecchie locomotive che sparano vapore dappertutto e fa appena in tempo a buttare giù un pezzettone di pane (fu la prima cosa che gli insegnò Marco per spegnere gli incendi: “Niente acqua! Vai di pane!”). Finalmente gli occhi si riaprono e la lingua piano piano riacquista la sensibilità.

“Nenti i menu!! U pipi faci bonu!”
“Talmente bene che stavo per perdere le papille gustative.. guarda fai pure il bis, mi darò alla classica pasta e tonno!”.

Santo tonno. Ecco, il tonno fa bene e salva da ogni situazione, altro che peperoncino.

Dopo aver mangiato e stracciato Marco alla PES, Luigi decide di concedersi un piccolo e meritato riposino pomeridiano. Ci sarà tempo per sistemare tutto quello che ha da fare..

…disse prima di svegliarsi di soprassalto e accorgersi con amarezza che erano da poco passate le sei.
Del mattino.


... to be CONTInued... 

Nessun commento:

Posta un commento