domenica 26 febbraio 2012

"IMPRESE DI UN IMPRECARIO": PataTRACK n°2

“..Treno in transito al binario uno, allontanarsi dalla linea gialla..”

-E se invece io volessi commettere l’oltraggiosa e irriverente azione di stare con un piede OLTRE la linea gialla? Cosa potrebbe succedere? Il treno mi risucchierebbe come un’ aspirapolvere sotto i binari?-
Luigi sbuffò per l’idea che aveva appena avuto. Certo che di idee così stupide ne aveva parecchie ultimamente! Sarà il freddo delle sette di mattina, sarà il sonno post week-end, certo è che di cavolate ne pensava davvero tante.
L’eurostar passa sferragliando e sollevando un gran polverone, poi ritorna il silenzio. I pendolari fissi di quell’ora riprendono il giornale, a parlare con il vicino oppure, come Luigi, fanno ripartire la canzone sull’IPod. Non c’è niente di meglio degli AC/DC per svegliarsi totalmente e la canzone scelta a random sembra un oscuro presagio per quell’inizio settimana:  “…it’s a long way to the top if you wanna rock’n’ roll..”. Già, proprio una lunga salita pensando a ciò che lo aspetta!
Luigi si appoggia al muro e, nell’attesa che arrivi il treno, inizia a fare una cosa che fa sempre quando si annoia: osservare e catalogare la gente facendosi scudo con gli occhiali da sole. C’è il lavoratore in carriera con la valigetta e tutto improfumato già a prima mattina, c’è il “pendolare occasionale” che impaziente sbircia oltre i binari per cercare segni del treno e poi ci sono quelli come lui, studenti fuori sede che il lunedi, come condannati a morte dotati di trolley, aspettavano il regionale che li avrebbe ricondotti nella loro seconda casa.

“..Treno in arrivo sul binario uno..”

Come se fosse passata una scarica elettrica su muri e panchine, tutti i passeggeri si alzano e cercano di posizionarsi in modo di salire per primi e cercare di occupare un posto a sedere. Il treno arriva, si aprono le porte, scendono poche persone e troppe altre ne salgono. Luigi e la sua valigia sono costretti a stare nell’ingresso del vagone perché il treno è stracolmo di gente e non c’è un posto libero, ma vabbè poco male..Scenderà qualcuno prima o poi. Forse.

Dopo una mezz’ora il treno è fermo in una stazione e improvvisamente c’è troppo silenzio.
“Ma no! Il lettore scarico! Ecco cosa dovevo fare ieri sera che non ricordavo assolutamente..e adesso!?”
Non sembrerà una tragedia ma per Luigi lo è davvero: la costrizione a questo silenzio forzato a prima mattina è davvero insopportabile, peggio che stare in piedi per tutto il viaggio. Di prendere un libro non se ne parla, finirebbe per addormentarsi con la faccia appiccicata alla porta del vagone e non sarebbe così comodo.
Mentre già iniziava a maledire quella giornata, una signora lascia libero il suo posto e lui lo occupa subito. Accanto a lui ci sono un uomo di mezza età con le cuffie nelle orecchie e la musica a palla, di fronte una signora che legge un libro tutta compita e qualche posto più in là una ragazza biondina che sottolinea degli appunti.
Luigi si rilassa, si mette comodo. Almeno può sperare di dormire una mezz’ora! E invece..


" Studentessa universitaria..."

E’ il suo vicino.
Il suo vicino ascolta Cristicchi a palla alle sette e mezza di lunedi mattina.
 Il suo vicino è uno psicopatico.
Chissà se durante le lezioni di Teoria e Tecniche della Comunicazione I  qualche professore ha mai accennato ad un modo carino per dire al proprio vicino che la musica che ascolta alle sette di mattina fa schifo. Forse no.
Che poi alla fine, chi ci va a lezione!

Ehi, ehi! Lo so cosa state pensando!

“Ecco il classico studente universitario che non fa niente dalla mattina alla sera e non segue neanche le lezioni!”.. Vi sbagliate! Luigi le segue le lezioni. Quando riesce ad incastrarle tra il volantinaggio che  lo occupa  di mattina e quando la sera non torna troppo tardi dalla pizzeria in cui lavora.
Già. Questo fu il patto con i suoi quando annunciò di voler frequentare la facoltà di Scienze della Comunicazione abbandonando il primo anno di Medicina.
Eeeeh no. Anche qui vi sbagliate!
Non ha lasciato Medicina perchè era “troppo” per lui, ma solo perché era stata una scelta obbligata che non stava dando i frutti che gli altri si aspettavano da lui. E siccome neanche i medici scampano alla disoccupazione, meglio essere disoccupati ma dopo aver studiato qualcosa che piace.

“..siamo in arrivo a Bari Centrale..”

La valigia è presa, uno sguardo alla ragazza carina che aveva di fronte e che ora guarda con aria assorta fuori dal finestrino e un’ultima occhiata di disprezzo al VicinoAmanteDiTristezzaAPrimaMattina.

Bari inizia a svegliarsi con il rumore delle rotelle delle valigie che i pendolari fanno scorrazzare sui marciapiedi, con quello del leggero borbottio di chi sta ripetendo per un esame all’ultimo minuto e della voce dei deejay che viene attutita dai vetri delle macchine.

Luigi decide di camminare, è una bella giornata ed è ancora presto. Certo l’ideale sarebbe stato camminare a tempo di musica per le strade ancora vuote immaginando ogni sorta di video musicale. Maledetta batteria!
Inoltre, una cosa che si è sempre chiesto, è stata se qualcuno ha mai studiato lo strano meccanismo che si mette in moto non appena le cuffie toccano le orecchie e il dito preme il tasto PLAY. E’ come se in quel momento le varie tracce musicali presenti si componessero per formare una persona che è allo stesso tempo psicologo, personal trainer e motivatore.

Arrivato sotto casa Luigi va per prendere le chiavi ma il portoncino è aperto (quasi come fosse un dispetto al foglio di carta attaccato sotto le cassette della posta che, perentorio, recita: “SI PREGANO I CONDOMINI DI CHIUDERE SEMPRE IL PORTONE DI INGRESSO”), affronta i due piani senza ascensore e finalmente a destinazione.

“Ti prego fa che questa non sia la spazzatura che ho chiesto a Marco di buttare venerdi. Ti prego.”

Ebbene si. Il cartone di pizza non mente e rivela la verità. Il sacchetto di spazzatura ormai è un tutt’uno con il pavimento e anche il tanfo non mente.

“Per oggi la scendo io, ma è l’ultima volta.”
Si vabbè, come no. Sono due anni che è l’ultima volta. Se non fosse per te i sacchetti avrebbero un nome, un posto letto e uno spazio nel mobile in bagno.

Risalito in casa Luigi porta la valigia in camera, si il cappotto e cerca di dare una sistemata alla scrivania lasciata in disordine il venerdì precedente.
Libri, dvd, penne, fogli e tuttocittà. Un perfetto riassunto delle sue giornate!
Per fortuna che la lezione è alle 9.30 e ha ancora… cavolo. Le nove e un quarto! Pazienza vorrà dire che lui sarà l’emblema di quella massima che dice “Una scrivania in ordine è simbolo di una mente malata”.


... to be CONTInued... 

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